FSC e PEFC: certificazioni ambientali prodotti in legno

2022-10-08 20:30:36 By : Ms. Fannie Fang

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Un prodotto in legno e derivati, per esser considerato davvero sostenibile deve garantire che l’intero processo lo sia, fin dalle origini, dal taglio dell’albero. FSC e PEFC sono le due principali certificazioni ambientali di foreste al mondo. Con affinità e divergenze

A cura di: Arch. Emanuele Meloni

Una costruzione in legno, un pannello in compensato, una trave in lamellare, un foglio di carta, o una scatola di cartone hanno, nonostante le differenze visive e tattili, una base comune. Sono tutti prodotti che derivano dalla lavorazione degli alberi, della parte legnosa, in special modo dei tronchi. È perciò importante, ripercorrere l’intera filiera a ritroso fino alle origini, al taglio del tronco nella foresta, per esser certi della sua totale sostenibilità.

Le più importanti certificazioni ambientali dei prodotti in legno e derivati, a livello globale, sono due: FSC e PEFC. Entrambe perseguono gli obiettivi della sostenibilità economica, sociale, ambientale. Ma, nonostante la comunanza d’intenti, divergono per molti aspetti. Vediamoli insieme.

Un prodotto in legno, che sia una tavola di compensato, un pannello xlam, una trave in lamellare o un foglio di carta, deriva da un processo di lavorazione più o meno lungo e complesso, che trae origine dall’albero. Le piante grazie alla fotosintesi trasformano l’energia solare e l’anidride carbonica in massa di carbonio che viene accumulata nelle parti legnose del tronco e dei rami. In ottica di economia circolare, di sostenibilità globale, va considerato l’intero ciclo produttivo, tutta la filiera del legno, dal taglio al prodotto finito e oltre.

Le foreste rappresentano quindi la più grande riserva di carbonio del Pianeta, da una parte sono risorse preziose per i prodotti in legno, dall’altra hanno un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’equilibrio climatico, catturando e inglobando CO2: i principali alleati nella lotta ai cambiamenti climatici.

Preservarle in salute è d’importanza cruciale per il benessere dell’umanità. Gli schemi di certificazione nati dai primi anni 90, vanno in questa direzione. Certificando infatti la sostenibilità della filiera, contrastano il taglio illegale degli alberi e la deforestazione che rappresenta una piaga in vaste aree del Pianeta – come Africa e Sud America – dove povertà, carenza d’istruzione e governi poco democratici possono creare pericolose combinazioni.

Secondo quanto riporta il documento a cura della FAO “Global Forest Resource Assessment 2020” (FRA 2020), il totale delle foreste a livello mondiale è di circa 4 miliardi di ettari, pari al 31% dell’intera superficie terrestre.

Il dominio tropicale ha la proporzione più grande delle foreste del mondo (45%), seguito dai domini boreale, temperato e subtropicale. Più della metà (54%) delle foreste del mondo si trova in soli cinque paesi: Federazione Russa, Brasile, Canada, Stati Uniti d’America e Cina.

Le aree forestali che risultano certificate a livello globale sono circa 450 milioni di ettari (dati 2014), intercettando solamente il 9 % della superficie forestale mondiale.

Il regolamento dell’Unione europea sul legname (EUTR) – Regolamento UE 995/2010 – vieta l’immissione sul mercato dell’UE di legno raccolto in violazione della legislazione del paese di origine, nonché di prodotti in legno da esso derivati (pavimenti, compensato, pasta di cellulosa, carta, ecc.…).

Per “certificazione della gestione forestale” si intende una procedura di verifica riconosciuta e collaudata che conduce all’emissione, da parte di un organismo indipendente, di un certificato che attesta che le forme di gestione boschiva rispondono a determinati requisiti di “sostenibilità”. Un problema fondamentale nell’applicazione dei sistemi di eco-certificazione consiste proprio nella definizione dei criteri e degli indicatori della “gestione forestale sostenibile” (GFS), ovvero di parametri quantitativi e qualitativi (descrittivi) che, quando periodicamente misurati o osservati, permettano di valutare le performance ambientali e la sostenibilità dei sistemi di gestione forestale.

La definizione corrente di GFS è quella adottata nel 1993 dalla Conferenza Ministeriale per la Protezione delle Foreste in Europa: “la gestione e l’uso delle foreste e dei terreni forestali nelle forme e ad un tasso di utilizzo che consentano di mantenerne la biodiversità, produttività, capacità di rinnovazione, vitalità e potenzialità di adempiere, ora e nel futuro, a rilevanti funzioni ecologiche, economiche e sociali a livello locale, nazionale e globale, senza comportare danni ad altri ecosistemi”.

Questa sensibilità verso la sostenibilità del patrimonio ambientale nasce negli anni ‘90 quando l’ambiente diventa una questione globale.

Dal 1990, il mondo ha perso 178 milioni di ettari di foresta, un’area grande quanto la Libia.

Il tasso di perdita netta di foreste è diminuito notevolmente nel periodo 1990-2020 a causa della riduzione della deforestazione in alcuni paesi, oltre all’aumento della superficie forestale in altri attraverso il rimboschimento e l’espansione naturale delle foreste.

L’Africa ha registrato il più alto tasso annuo di perdita netta di foreste nel 2010-2020, a 3,9 milioni di ettari, seguita dal Sud America, a 2,6 milioni di ettari. Il tasso di perdita netta di foreste è aumentato in Africa in ciascuno dei tre decenni dal 1990. È tuttavia diminuito sostanzialmente in Sud America, fino a circa la metà del tasso nel 2010-2020 rispetto al 2000-2010.

L’Asia ha registrato il più alto guadagno netto di superficie forestale nel 2010-2020, seguita da Oceania ed Europa. Tuttavia, sia l’Europa che l’Asia hanno registrato tassi di guadagno netto sostanzialmente inferiori nel 2010-2020 rispetto al 2000-2010.

Il legno ed i manufatti in legno, come travi, tavole, parquet, ecc., quando vengono utilizzati in edilizia sono a tutti gli effetti prodotti da costruzione, quindi, rientrano nel Regolamento prodotti da costruzione 305/2011/CE e nelle eventuali norme armonizzate di prodotto e hanno l’obbligo di marcatura CE.

Il marchio di Conformité Européene (CE) indica che il prodotto è conforme a tutte le normative europee applicabili in materia di sicurezza, salute, efficienza energetica e problematiche ambientali. Apponendo il marchio CE, il produttore garantisce, sotto la propria esclusiva responsabilità, la conformità a tutti i requisiti legali previsti (ad esempio, sicurezza e igiene) e pertanto l’idoneità di un prodotto ad essere venduto in tutta l’area dello Spazio economico europeo (o SEE: i 27 Stati membri dell’UE, i Paesi dell’EFTA Islanda, Norvegia, Liechtenstein) e in Turchia.

Fermo restando quindi l’obbligo della marchiatura CE per i prodotti in legno da costruzione, esistono delle ulteriori certificazioni, a carattere volontario, che permettono di valutare la sostenibilità del prodotto.

La certificazione forestale è un approccio recente che garantisce che i prodotti forestali siano prodotti in modo sostenibile: i produttori di legname vengono guidati e coinvolti nella gestione sostenibile delle foreste.

Le più importanti certificazioni ambientali dei prodotti in legno esistenti a livello globale sono FSC e PEFC.

Forest Stewardship Council (FSC) è un’organizzazione internazionale fondata in Europa nel 1993 che fornisce un sistema per l’accreditamento volontario e la certificazione di terze parti indipendenti. Il sistema consente ai titolari di certificati di contrassegnare i propri prodotti e servizi lungo la filiera di produzione.

Conferma che i prodotti in legno provengono da foreste ben gestite che forniscono benefici ambientali, sociali ed economici.

Il Program for the Endorsement of Forest Certification (PEFC) è un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro che sostiene la gestione sostenibile delle foreste. Garantisce che i prodotti forestali legnosi e non legnosi siano prodotti rispettando gli standard ecologici, sociali ed etici. Al 2021, PEFC è certificato su 313 milioni di ettari di foreste in 28 paesi, solo in Italia su quasi 900 mln di ha.

FSC è un’organizzazione non governativa internazionale, senza scopo di lucro, che include tra i suoi membri gruppi ambientalisti e sociali, comunità indigene, associazioni di consumatori, proprietari forestali, tecnici, enti di certificazione, industrie di lavorazione e commercializzazione del legno.

Per ottenere la certificazione FSC, è necessario rispettare dieci regole che coprono gli aspetti essenziali della gestione forestale responsabile:

FSC rilascia tre tipi di certificazioni:

I diversi tipi di certificazione sono collegati alle differenti componenti dei prodotti forestali, le fasi di produzione ed il successivo avanzamento dei prodotti attraverso la catena di custodia. La verifica di tutti i requisiti FSC è garanzia che il materiale ed i prodotti con il marchio FSC provengano da fonti responsabili.

La Certificazione di Gestione Forestale viene rilasciata ai gestori forestali ed ai proprietari le cui pratiche di gestione soddisfino i requisiti dei Principi e Criteri FSC.

La Certificazione di Catena di Custodia (CoC) garantisce il materiale certificato FSC ed i prodotti derivanti lungo tutta la catena di rifornimento, dalla foresta al negozio.

Il Legno Controllato è un materiale che può essere mescolato con quello certificato durante la realizzazione di prodotti etichettati come FSC Misto. Questo permette ai produttori di gestire l’offerta di materiale forestale certificato FSC, creando la domanda per il legno certificato FSC.

PEFC (Programme for Endorsement of Forest Certification) è una Certificazione Forestale, che si fonda sul rispetto dei criteri e degli indicatori definiti nelle Conferenze Ministeriali per la Protezione delle Foreste in Europa (Helsinki 1993, Lisbona 1998).

PEFC è un’Associazione senza fini di lucro che promuove la gestione sostenibile delle foreste, basata sul mutuo riconoscimento degli standard nazionali di gestione forestale sostenibile.

PEFC è un’alleanza di sistemi nazionali di certificazione forestale, ONG, sindacati, imprese, associazioni di categoria, organizzazioni di proprietari forestali e persone coinvolte.

Lo schema PEFC certifica tutta la filiera legno:

Sono sei i criteri pan-europei che descrivono i parametri quantitativi e qualitativi (descrittivi) che – se periodicamente misurati o osservati – permettano di valutare le performance ambientali e la sostenibilità dei sistemi di gestione forestale:

Sia PEFC che FSC si impegnano a raggiungere lo stesso scopo: la certificazione delle foreste secondo standard credibili e verificati in modo indipendente di gestione forestale responsabile. Entrambi gli Standard hanno l’obiettivo della sostenibilità attraverso un rigoroso controllo degli impatti ambientali finalizzato alla salvaguardia delle formazioni forestali e della biodiversità, considerando la gestione economica del patrimonio forestale, in una ottica di massima responsabilità ambientale e sociale.

Tuttavia, i due schemi affrontano lo stesso obiettivo utilizzando processi diversi.

PEFC si impegna sulla formazione ambientale e sicurezza dei lavoratori forestali mentre FSC considera molto i problemi delle popolazioni indigene (residenti) e promuove il dialogo con gli stakeholder locali.

Diverso è anche l’approccio che i due sistemi hanno tra di loro. Mentre PEFC considera un legno certificato FSC come materiale a “rischio trascurabile” e quindi usabile, FSC considera un prodotto con certificazione PEFC come materiale “a basso rischio” e quindi non utilizzabile.

WWF Italia, socio di FSC Italia dal 2005, ha da sempre appoggiato lo schema del Forest Stewardship Council ritenendolo il più rigoroso fra quelli esistenti sul mercato, informando aziende e consumatori sui vantaggi della gestione forestale responsabile: vantaggi non solo di tipo ambientale (attenzione alle aree ad alto valore di conservazione; protezione della biodiversità; minimizzazione degli impatti nelle aree di taglio), ma anche sociale (formazione degli operatori forestali; coinvolgimento delle comunità locali e di tutti i portatori di interesse) ed economico.

Greenpeace, che ha contribuito a fondare FSC sin dai primi anni ‘90, ne è uscito il 26 marzo 2018 con la motivazione che, in alcuni contesti più fragili, non si faceva abbastanza per i diritti sociali e ambientali, certa però di non aderire ad altri sistemi più deboli.

Il Regolamento (UE) n. 995/2010 o EUTR del parlamento europeo e del consiglio del 20 ottobre 2010 ed entrato in vigore il 3 marzo 2013, stabilisce gli obblighi delle aziende che trattano legno e prodotti da esso derivati. L’obiettivo è prevenire l’immissione sul mercato europeo di legname tagliato illegalmente.

All’operatore, ovvero (art.2) la “persona fisica o giuridica che commercializza legno o prodotti da esso derivati”, è proibita la commercializzazione di legno o prodotti da esso derivati di provenienza illegale.

A tal fine, la normativa li obbliga all’adozione di un sistema di dovuta diligenza o “due diligence” (art.6), che si realizza attraverso tre fasi successive:

Il taglio illegale del legno è causa in vaste aree del Pianeta (in modo particolare Africa e Sud America) di ampie zone di deforestazione, con ripercussioni di carattere economico, sociale e ambientale. Le condizioni di illegalità sono infatti legate a pratiche di sfruttamento dei lavoratori, sotto il profilo economico, ma anche umano.

Eppoi sappiano benissimo come le foreste siano il polmone verde dell’umanità e la loro scomparsa.

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