Umberto Cervo racconta la sua storia di intagliatore del legno: Uno degli ultimi a Napoli

2021-12-06 22:42:48 By : Ms. Joa Huang

Cornici e mobili, piccole sculture, oggetti d'arredo pittoreschi: tutti in legno, tutti realizzati da Umberto Cervo, uno degli ultimi intagliatori rimasti a Napoli. Ottantuno anni, con una folta barba bianca, impugna martelli e sgorbie (strumenti per scolpire, ndr) fin da ragazzino. I muri dove ci accoglie, quelli della sua bottega in via Costantinopoli, non lontano da piazza Bellini, sono gli stessi dove ha imparato il mestiere: «Qui lavorava il mio maestro - racconta - mio nonno gli chiese di portarmi con sé come un apprendista. Era uno degli artigiani più apprezzati della città». Umberto racconta il suo mentore e quegli anni: “Mi ha insegnato tutto – racconta – Dopo il lavoro, mi ha mandato a frequentare corsi gratuiti all'Accademia di Belle Arti. Intaglio, restauro, modellismo, storia dell'arte e tanto disegno. Senza dimenticando le domeniche trascorse a girovagare per i musei!».

Nella sua lunga carriera Cervo ha restaurato opere nelle chiese di mezza Napoli e ha ricevuto numerose commissioni anche da privati. Busti, miniature, arredi domestici e sacri, statue realizzate ex novo: "Opere tutte diverse tra loro, legate a stili diversi - spiega l'artigiano - ho un "libro dei santi" a cui mi riferisco, ma a volte non abbastanza". E continua, mostrandoci foto di vecchi restauri: «Una volta mi portarono un frate senza armi. Dopo diverse ricerche, ho capito che era San Pasquale. Sono andato in una chiesa di Chiaia, dove è raffigurato su un bassorilievo, e ho un po' "copiato" la posizione delle membra».

Cervo ha tenuto qualche anno fa un corso di intaglio e restauro presso l'Università Suor Orsola Benincasa. Ricorda con affetto le sue allieve: «Li ho fatti lavorare sodo - racconta - gli strumenti che uso sono pesanti, soprattutto per le ragazze, ma non è stato un problema. Tutti hanno risposto con incredibile entusiasmo». Umberto ha trovato un altro allievo nel figlio, Giacomo, architetto di professione: «Ha una fantasia fuori dal comune, disegna al computer quello che poi realizza - spiega - Poltrone e sedute varie, ma anche portapenne e lampade. Tutto in legno».

Oggi, nonostante questi esempi positivi, Umberto ritiene che un mestiere antico come il suo stenta a sopravvivere: «I giovani sono poco attratti dall'intaglio, quanto dalla produzione artistica del passato - commenta Amaro - e quello attuale punta su altro ". E conclude: «Pensiamo a cosa ci hanno lasciato il Settecento e l'Ottocento - dice - e poi guardiamo ai musei di oggi. Quella moderna, non la chiamerei più “arte”».